PER APPUNTAMENTO: +39 345 8332300
OPPURE +39 0429 783000
Open/Close Menu Medico Neochirurgo medicina manuale

Uno dei classici modi per fare marketing, durante un periodo di crisi sanitaria, è quello di pubblicare rapidamente su una rivista di basso o nullo impatto scientifico un articolo che sembri dimostrare i benefici di ciò che si vuol vendere.
In Italia, la vitamina D – come già più volte ricordato da AIFA in passato– è sempre stata sovra-raccomandata per una pletora di condizioni diverse, alimentando un lucrosissimo mercato per un prodotto che, in partenza, ha costi bassi.
Non stupisce quindi una recrudescenza di pseudoscienza per supportare l’uso di questa vitamina anche in occasione dell’epidemia di COVID-19.
Se questo sia pericoloso è affare dell’AIFA, non certo mio; a me interessa però valutare le pubblicazioni che, in tutta fretta, sono sbandierate come elementi per convincere i consumatori ed i medici dei vantaggi di integratori a base di vitamina D.
L’ultima articolo “scientifico”, a nome di alcuni ricercatori inglesi dal titolo “The role of vitamin D in the prevention of coronavirus disease 2019 infection and mortality“, è talmente debole che ho pensato di dedicarvi un’analisi dettagliata, di cui trovate i risultati di seguito; qui mi interessa semplicemente sottolineare come “correlazione trovata” non significa affatto “buona scienza dimostrata”, e che conviene affidarsi a quanto riviste di livello ben superiore, rivedendo tutto quanto si sa in materia, hanno concluso. In sostanza, al momento, non abbiamo alcuna evidenza di nessun effetto della vitamina D nel COVID-19 e, per evitare effetti indesiderati, è meglio attenersi alle dosi giornaliere raccomandate – assunte in massima parte attraverso una dieta sana e un’esposizione controllata al sole – che consumare improbabili integratori.
Insomma: non seguite acriticamente la spazzatura scientifica!

PER RICONOSCERE UN ARTICOLO SPAZZATURA QUI SOPRA AVETE UN MODELLO PERFETTO!
Gia il nome del sito “cattivi scienziati” è tutto un programma!
Chi è questo tale che distingue il buono dal cattivo?
Su quale scranno o illuminazione personale parte?
Una altra parola assolutamente fastidiosa è la parola denigratoria Pseudoscienza.
Esiste solo la scienza, molte volte imperfetta, sicuramente prende qualche abbaglio, sempre comunque in evoluzione, quello che secondo la metodologia scientifica non si riesce a dimostrare oggi in realtà può essere dimostrato domani se corrisponde a verità, se una tesi non è vera inevitabilmente cadrà prima o poi sotto il peso dell’evidenza.

Ma porsi domande, ipotizzare delle tesi, cercare di dimostrare con una sperimentazione che la tesi ipotizzata sia vera oppure sconfessarla, questo è scienza!
Anche una discussione tra scienziati tra quelli che sostengono una tesi e quelli che promuovono la tesi contraria (finchè questa discussione rimane nell’ambito e nel linguaggio scientifico e con argomentazioni scientifiche) anche questo è scienza.

La vera Spazzatura è denigrare chi sostiene una tesi “pericolosa”, dare una etichetta denigratoria ed offensiva, scendere a livello di baruffa da osteria se non peggio, iniziare a fare volare offese personali! La scienza è Domanda, è Ricerca della Verità, è Osservazione, è Ascolto. Tutto il resto è spazzatura o interesse peloso.

Ma un paio di considerazioni sul merito, l’autore Bucci Enrico si scaglia contro il tentativo di associare una relazione tra vitamina D e il Covid-19.
Si straccia le vesti accusando dei “poveri scienziati” (nemmeno citati) che si sono posti una domanda, hanno fatto una ipotesi ed hanno tentato di verificare dei dati per vedere se questa ipotesi poteva essere confermata, anche senza chiudere il cerchio e lasciando che anche altri scienziati possano supportare o sconfessare, con altri dati più ampi e più solidi.

Ma la Buccia di Banana che anche un bimbo vede e sulla quale il Bucci cade è subito in partenza!
“Uno dei classici modi per fare marketing, durante un periodo di crisi sanitaria, è quello di pubblicare rapidamente su una rivista di basso o nullo impatto scientifico un articolo che sembri dimostrare i benefici di ciò che si vuol vendere.”

Questi “poveri scienziati” cercano davvero di vendere la Vitamina D?
Tutti sanno che la vitamina D non è brevettabile, come non sono brevettabili tutte le vitamine, tutti sanno che in realtà la vitamina D non è nemmeno una autentica vitamina, perché è sufficiente esporsi qualche minuto in più ai raggi solari per autoprodursela, quindi se proprio qualcuno voleva fare marketing ha proprio sbagliato a scegliere qualcosa che tutti possono ottenere in modo assolutamente gratuito.

Quindi se questi “poveri scienziati” non sono interessati al marketing non è che sia Enrico Bucci quello che ci sta vendendo qualcosa?
Enrico Bucci termina il suo articolo con questa frase: “Spazzatura, insomma; non fatevi ingannare!”
Si confermo su questo ha ragione ma la spazzatura è il suo articolo!
Rimanere qualche minuto in più esposti al sole non produrrà mai un sovradosaggio di vitamina D, perché il nostro corpo raggiunta la dose che ritiene ottimale ne limita la produzione.
Eventuale scelta di assumere integratori a base di vitamina D ha senso solo per chi ha una carenza diagnosticata e sotto il monitoraggio medico.

CategoryCOVID-19